[Su IBridamenti ho pubblicato due giorni fa una riflessione sul terrorismo in un’ottica di cui si parla sempre di più in giro. Questa è un’anteprima, per leggere tutto l’articolo “I figli degli ‘ostracizzati’: un’ipotesi su violenza e terrorismo“ seguite il collegamento alla fine. Grazie a Ranieri Salvadorini, per alcuni link e per il confronto su alcune questioni; grazie alla collega Ilaria Carosi per il confronto su altre]
Dall’inizio del 2015 è emersa una leva di jihadisti costituita da immigrati di seconda generazione, non più venuti da lontano ma nati nel paese europeo nel quale compiono atti terroristici. Diverse analisi sugli attentati di Parigi parlano del nuovo radicalismo come rivolta generazionale, come la guerra di una “seconda generazione in rivolta contro i loro padri” e con la loro religione troppo “morbida”. Mi pare una considerazione molto stimolante per chi lavora con le relazioni familiari, con gli adolescenti e con i loro genitori, e si trova ad osservare i modi in cui il conflitto generazionale si esprime anche attraverso la violenza, diretta all’interno della famiglia ma anche all’esterno.
Mi torna utile, per parlare di alcuni aspetti che mi interessano dei rapporti tra figli e genitori, e tra questi e il contesto sociale, un concetto che in questi ultimi anni ha focalizzato Adriano Zamperini, professore di psicologia sociale all’università di Padova: l’ostracismo. [continua a leggere l’articolo su Ibridamenti.com]