6 aprile al container di Animammersa. 1: “Una storia vera” di David Lynch

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Nel 2012 con Animammersa feci un’esperienza a cui avevamo dato il nome di “Officina futuro”. Avevamo pensato che nelle storie dell’Aquila e sull’Aquila ci fosse tanto passato e tanto presente, e che quello che mancava fosse la dimensione del futuro. L’idea che il futuro si costruisce raccontandolo la rendemmo proprio nell’immagine dell'”officina”. Il gruppo di donne che partecipò inventò delle storie che dovevano ambientarsi nel futuro. Scegliemmo di proiettarle cinque anni più avanti: nel 2017.
E guardacaso nel 2017 ci siamo ritrovati a parlare di storie. Allora intorno a una panchina virtuale, oggi nel conteiner che ospita la nuova sede di Animammersa.
Come quella distanza temporale ci permetteva di parlare di noi, così oggi la distanza che abbiamo cercato è quella fra noi e lo schermo: abbiamo scelto tre storie che parlano di luoghi – o almeno di quello che c’è fra i luoghi, cioè le strade che li uniscono. E parlano di luoghi perché parlano di persone e legami. O parlano di persone e legami perché parlano di luoghi.
Al termine di ciascun film, per innescare la discussione, ho fatto un mio breve commento. Il testo che segue viene dai miei appunti sul primo dei tre film (“Una storia vera”, cioè “The Straight Story”, di David Lynch).

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“La pazza gioia” secondo me (alert spoilerone!)

Perché nessuno abbia da ridire: questo post svela parecchio su “La pazza gioia” di Paolo Virzì, cose che magari vi piacerebbe scoprire da soli. Se non vi va di rovinarvi la sorpresa, facciamo che andate al cinema e ci vediamo qui quando tornate.
Se invece avete già visto il film, o non avete intenzione di andare a vederlo, o ci andrete ma non avete la preoccupazione di mantenervi ignari della trama, allora buona lettura.

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A proposito di Dave (di Roberto Salvatore)

“A proposito di Davis” è il recente film dei fratelli Coen. Il suo protagonista è un musicista spiantato, un perdente. Ispirato a Dave Van Ronk, gli assomiglia al di là della preoccupazione degli autori per la verosimiglianza storica e somatica.
Roberto Salvatore è stato il padrone di casa del “Sing Out!” di cui vi ho raccontato qua. Prima di aprire il suo locale ha frequentato il Folkstudio di Roma, e Dave Van Ronk l’ha conosciuto.
Vi riposto qui i suoi ricordi legati al film e lo ringrazio per avermi messo a disposizione questo pezzo e le foto che vedete in calce (quello a destra, in piedi, è Roberto). Non vi so dire se emozionano più quelle o il suo racconto di quei giorni e delle persone che popolavano quell’incredibile esperienza che fu il Folkstudio di Giancarlo Cesaroni. Buona lettura. Continua a leggere “A proposito di Dave (di Roberto Salvatore)”

Nastri di Moebius / 4

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HappyFamily

L’autore della storia, un efficace Fabio De Luigi, si cimenta nella scrittura di un romanzo. I personaggi interagiscono: no, non puoi farmi finire così; devi sviluppare la storia in quest’altro modo. Lui si ribella e finisce nella storia raccontata, Continua a leggere “Nastri di Moebius / 4”

Habemus papam (2): come l’ho visto io

michel_piccoli_habemus_papamC’era una volta un artista molto arrabbiato che scribacchiava cose di ogni genere, e dopo la sua morte guardarono nei suoi quaderni e videro che in un posto aveva scritto: “I savi vedono i contorni e perciò li disegnano”, ma in un altro posto aveva scritto: “I pazzi vedono i contorni e perciò li disegnano”.
(Gregory Bateson)

Uno dei momenti chiave della storia è quello in cui il papa neoeletto (che il mondo ancora non conosce: al momento di affacciarsi al balcone, terrorizzato, per salutare la folla dei credenti, Continua a leggere “Habemus papam (2): come l’ho visto io”

Habemus papam (1)

Che poi, Habemus Papam non è un film che parla di cattolici, atei, psicoanalisti. Anzi, a un certo livello parla di quelli (cattolici, atei, psicoanalisti) che boicottano i film che non hanno mai visto.
Di quelli che quando c’è da stare vicino alla foto del presidente della repubblica nell’ufficio del catasto, il crocefisso non è mica un simbolo religioso, no, è un simbolo di tutti. E invece poi, Continua a leggere “Habemus papam (1)”

La vita a più voci di Woody Allen

Chi mi aiuta a ritrovare una bellissima, amara intervista a Woody Allen che ho letto qualche mese fa?
Non ricordo dove né con chi parlasse, non ricordo se l’ho trovata in rete o su qualche periodico di carta, o se magari l’ho sentita leggere alla radio: il regista newyorkese faceva un bilancio della sua carriera cinematografica (compie settantacinque anni mentre esce questo’ultimo “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”) Continua a leggere “La vita a più voci di Woody Allen”