Dalla quarta di “Nuovi modelli di ricerca universitaria. Pratiche collaborative in rete” (a cura di Maddalena Mapelli e Roberto Lo Jacono, Mimesis Edizioni 2008):

“In questo libro la community di Ibridamenti riflette su se stessa, dimostrando che è possibile e talvolta necessario sperimentare pratiche filosofiche nuove per fare ricerca universitaria in Italia; pratiche collaborative e innovative in quanto utilizzano la rete per co-generare contenuti a partire da approcci metodologici differenti (…)”.

Questo volume nasce dall’esperienza di “Ibrid@menti”: un’idea “semplice”, come spiega la presentazione sul blog e nel libro. Animata da Mario Galzigna dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, coordinata da Umberto Margiotta e da Maria Maddalena Mapelli, e supportata dalla piattaforma Splinder, Ibridamenti prova a superare i confini dell’accademia e lo fa piantando le tende nella regione di Internet meno predisposta ad accettare confini, la blogosfera. È così che le diverse discipline  possono confrontarsi sulla complessità delle loro relazioni proprio attraverso il medium che le ospita, che insieme costituisce il luogo del confronto e l’elemento che sollecita il rapporto con quella complessità dei significati in una realtà mobile e plurale.

E l’idea sarà pure semplice, ma la questione che solleva è di quella complessità che dà le vertigini. Vale a dire, quale epistemologia (per dirla in italiano: quale idea di navigante, di osservatore, di lettore, di Sé) emerge dallo scambio orizzontale, mutevole, reticolare che si svolge nella dimensione virtuale? Cosa comporta fare i conti con un sapere finalmente non compartimentato e, come la Rete, costituito da infiniti centri (la rete rizoma, dice Galzigna)?

Il volume è coinvolgente, se siete di quelli che quando sentono nominare la parola “virtuale” pensano alle sue mille possibilità di costruzione del reale; è coinvolgente e si lascia leggere d’un fiato: il paradigma della rete è di volta in volta l’oggetto  della conversazione oppure la cornice nella quale si muovono i dialoganti, che provengono dal mondo delle università (ritroviamo con sorpresa Pietro Barbetta che scrive di allucinazioni e virtuale, di Bateson e von Foerster), dell’arte, della cultura.

Si può prenderlo online (sarà in libreria solo da ottobre), è facile e rapido. Si fa così.

3 risposte a "Il blog e l’università: pensare in rete"

  1. Quando ho sentito di ibrid@menti sono rimasto affascinato. Un po’ di amarezza mi ha preso, sapendo quanto reticente sia l’Università di Padova (mi riferisco alla Facoltà di Psicologia) ad affrontare con semplicità, chiarezza, concretezza la questione della rete.
    Da poco ho aderito al progetto di ricerca sui blog di ibrid@menti, sotto la direzione dei prof. Galzigna e Ligi. Non è facile… perché non è facile costruire innanzitutto un linguaggio adatto a rappresentare (costruire) la realtà web… ma su questo ci ritornermo 😉

  2. Tra l’altro la Community di Ibridamenti è in fase di grandi cambiamenti 😉
    Fa davvero piacere leggere questo tuo contributo Tito, e ci farebbe piacere se il dialogo sulle tematiche delle pratiche collaborative in rete e degli approcci epistemologici al virtuale continuasse… continuasse soprattutto in-rete 🙂
    A presto!

    Maddalena Mapelli
    coordinatrice del blog Ibridamenti

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