Boh.

Cioè, magari è un limite mio. Anzi, sicuramente è un limite mio. È che quel pomeriggio arriva quello in televisione, che parla davanti a un sacco di gente, no?, che poi doveva essere un discorso importante, che si capiva che tutta quella gente lo aspettava da un pezzo, e gridava libertà libertà, mica pifferi.
Quello va e racconta di uno che una volta era stato suo amico, ci sei?, e che però adesso non era più suo amico. (Ma dovevano essere stati amici amici, eh, mica così per dire. Mi segui?)
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Fino a qui è tutto chiaro: due sono amici, poi uno, com’è che si dice, la fa fuori dal vaso e insomma va come va. Sai a quanta gente è successo, non è che ci vuole un genio per capire.
Allora ho cercato di scoprire cosa aveva fatto quello di tanto grave da far arrabbiare un amico amico, no? E lui ha spiegato che il suo amico era una specie di impunito, che è un po’ come dire che se qualcuno gli avesse ammollato un pizzone tanto tempo fa, oggi mica faceva tanto lo spiritoso. Almeno credo: a noi quando ne combinavamo una, ci gridavano “a ‘mpunito!”, oppure dicevano “ahò, ma guarda ‘st’impunito…” o cose così.

Poi (urca!) ha detto che era pure illiberale, che non ho capito bene se è peggio di “a’ mpunito”. Però quello che era chiaro era che lui un illiberale per giunta a ‘mpunito non lo voleva vedere manco dipinto.
Così ho pensato ammazza, quell’amico là deve averla fatta grossa davvero. Ma poi non si è capito bene, mi sa che è stato lui per primo a far arrabbiare l’amico, non è chiaro. Perché, senti qua, lui e l’amico avevano fatto insieme un circolo, una cosa del genere, e a lui dopo un sacco di tempo non gli piaceva più la gente che ci entrava, e così non passava un giorno che non si lamentasse. Allora dagli e dagli, alla fine l’amico, al colmo del giramento di palle, l’aveva espulso.
Allora lui ha detto ah sì, mi butti fuori? Beh, sai che c’è? Il circolo non esiste più.

Solo che a questo punto non ho capito più bene. Pazienza che lui nel circolo ci vuole stare ancora, che non ho capito come si fa a stare in un circolo che non esiste ma forse è un problema mio, che il giorno che hanno spiegato l’insiemistica avevo mangiato troppe lasagne e poi non mi sono più messo a pari con gli appunti.
Ma dopo tutte quelle botte da orbi, come minimo dico adesso lo manda a quel paese e gli dice che sciò, sciò, non vuole più vederlo. Invece prende e grida che adesso si va avanti, ma mica tanto per dire, si va avanti convinti.

Ma come convinti? Queste sono le cose che mi intorcinano il cervello: lui e l’altro erano amici, giusto? Poi sono nemici, giusto? Giusto, però sono amici lo stesso e pure convinti.
Allora mi hanno spiegato che in quelle cose gli amici e i non amici sono una cosa relativa, che la politica è un po’ così. E io mi sono preoccupato per loro, perché nella vita capire gli amici e i non amici è importante, come fai sennò? Stringi la mano a uno e quello ti accoltella? Non può funzionare. Senza considerare che anche a noi sapere se uno è guardia o ladro ci fa differenza.

Allora per non pensarci più  ho cambiato canale e ho trovato uno spettacolo dove dei cantanti che non sono ancora famosi fanno a gara uno contro l’altro a chi è più bravo a fare un disco vero.
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Una cosa mai vista, ci sono Elio, Ruggeri, c’è persino la Tatangelo e un’altra che non si capisce che mestiere fa (ma secondo me la tengono lì per non contraddirla), che fanno da allenatori dei concorrenti, gli svelano senza farsi sentire dagli altri i segreti per diventare un cantante, e poi gli dicono tu sì che sei forte, ma che bravo, ma che artista, vai così che vinciamo.
Poi una volta alla settimana, dopo tanta fatica, dopo machebravo, dai che gli facciamo vedere i sorci verdi, si fa la gara. Alla gara ci sono dei giudici che li ascoltano con le cuffie e poi emettono le sentenze e dicono tu sei uno forte e stai dentro, tu vai fuori che non sei capace, tu sei stonata, tu non mi dai le emozioni. Proprio una bella cosa.
Però a quel punto ho guardato meglio, e… indovina chi sono i giudici? Gli allenatori!!
Così volano botte che lèvati, e la cosa più divertente è che se uno boccia il campione di quell’altra, quella gli dice eh grazie, così sono capaci tutti di vincere le gare. Poi magari la volta dopo boccia il pupillo suo perché non gli ha dato le emozioni e quello, poveretto, strabuzza gli occhi e lo guarda come se dicesse ma come? Ma se mi hai insegnato tu! Ma non eri amico mio?

Ma qua so’ tutti matti. Boh.

8 risposte a "Boh."

  1. Prima erano amici, pare. Ora sono solamente compagni di merende.
    Che non sono le merende che facevano noi. Pane e zucchero intorno ad un tavolo di cucina, con gli amici veri.

  2. …… e vogliamo sorvolare i nemici che si presentano tali ma agiscono da amici e favoriscono il nemico come neppure quello che era amico era stato capace di fare tanto è vero che è dovuto diventare nemico per potergli garantire l’amicizia …. ah prima o poi ti invierò, perchè strameritata, una pinta di Rhum 😉

  3. Ciao, cari, dalle vostre reazioni mi convinco sempre più che X-Factor è una metafora della vita. No, anzi, è la politica che è una metafora della vita. No, è la vita che è una metafora di X-Factor.
    Devo pensarci…

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