Che cos’è che sa chi sa e che cos’è che sa chi non sa (ma anche che cos’è che non sa chi sa e che non sa chi non sa)

Un paio di fatti a cavallo dell’inizio del 2017 hanno rinvigorito il dibattito sulla pretesa che qualunque punto di vista inesperto e improvvisato possa irrompere nelle discussioni “esperte” con la stessa dignità di chi è competente e titolare di un sapere consolidato.
C’è qualcosa che mi riguarda in tutta la questione, e vorrei provare a dirla. Premettendo un’avvertenza: qui si parlerà (per forza di cose sommariamente, senza essere troppo pedanti) di teorie della conoscenza e di qualche autore in particolare (entrato, suo malgrado, nel dibattito). La premessa è che quel che dirò avrà un valore piuttosto personale, dal momento che ciò che posso dire parte dall’uso che io ho fatto di quelle idee e da quello che esse hanno, nell’arco di venti e passa anni, suggerito a me.
La questione è piuttosto complicata, ma confido che la scansione che ho dato a questo scritto aiuti a mettere le cose in ordine. Parto, dunque.

[L’articolo completo si può leggere qui]

Il complottismo e la “sindrome di Notorius”

lLa sera di giovedì 14, dunque, un camion si lancia sulla folla che a Nizza festeggia l’anniversario della presa della Bastiglia e uccide parecchie decine di persone. Il mezzo è guidato da un franco-tunisino di 31 anni e a tutti viene in mente l’ISIS e l’ennesimo attentato. Il punto non è se l’ipotesi sia azzeccata o no: il punto è che per parecchie ore mancano notizie (vi scrivo nel pomeriggio di sabato 16 e mi pare che al momento nessuno sia in grado di giocarsi una mano sulla matrice islamica e terroristica della strage), per cui le conversazioni online si nutrono di quel poco che c’è.
Alcune, però, prendono un’altra piega, e già poco dopo il fatto un noto scettico dei social network pubblica la sua versione: a Nizza non c’è stato nessun terrorista, e la finta strage ha avuto come scopo quello di protrarre di altri tre mesi lo stato d’emergenza in Francia (avrebbe dovuto finire il prossimo 26 luglio).

[L’articolo completo può essere letto su Ibridamenti.com]

Il metodo Stefano Feltri

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Il blog di Stefano Feltri su Ilfattoquotidiano.it

Il 12 agosto sul suo blog sul “Fatto quotidiano”, il vicedirettore Stefano Feltri scrive un post (modificato il 13) sul fatto che i laureati in materie scientifiche hanno migliori opportunità di lavoro che i laureati umanistici.
Niente di nuovo, son cose che si sanno (e che comunque per chi avesse passato gli ultimi anni sulla luna giova ricordare).
Ma il bello è che il giovane vicedirettore, in pieno agosto, riesce a ricavare intorno a un dato piuttosto scontato due post e un dibattito di alcune migliaia di commenti. Continua a leggere “Il metodo Stefano Feltri”

Si diventa ciechi e si perde anche la memoria

pornoLa collega Chiara Cicala, che ringrazio, mi segnala su Facebook questo articolo (da un sito che proclama di sostenere la “rivoluzione culturale” dell'”informazione indipendente e di qualità”), osservando – a ragione – che il titolo contiene una scorrettezza.
Il post si intitola “La pornografia su internet interferisce con la memoria” Continua a leggere “Si diventa ciechi e si perde anche la memoria”

Da Bresciaoggi: informazione a chilometri zero

Questo articolo è uscito lunedì 29 ottobre su Bresciaoggi nella mia rubrica “Linguaggi della rete”.
L’uomo della foto a sinistra, presa a prestito qui, è Sergio Rizzo del Corriere, che ha scritto questo da cui è nato questo.
Continua a leggere “Da Bresciaoggi: informazione a chilometri zero”

L’informazione e le metafore della paura

Apprendo da Martina Muratore (grazie!) di una ricerca i cui risultati sono stati presentati e discussi il 14 settembre a Padova nel convegno “Immigrazione, paura del crimine e i media: ruoli e responsabilità”. Condotta dal Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova, si è occupata dei pregiudizi degli italiani circa i legami tra flussi migratori e terrorismo (o crimine) e di come l’informazione alimenti tali pregiudizi. Continua a leggere “L’informazione e le metafore della paura”

Davide senza Golia

Vi capita mai di domandarvi perché un certo genere di notizie abbia una presa così forte in un certo momento e sia invece irrilevante in altri?
A me è capitato di domandarmelo nei giorni scorsi, mentre si discuteva del video sul bambino di Padova conteso dai genitori (ho evitato per un po’ di vederlo, poi l’ho cercato perché fra quel che leggevo in giro c’era qualcosa che non mi tornava; Continua a leggere “Davide senza Golia”

“Il primo terremoto”: la nuvola

Nuvole dell’Aquila (ma in un altro senso)

“Il primo terremoto di Internet” è il libro al quale ho lavorato nell’ultimo – diciamo – anno e mezzo. Anzi, di più, se si pensa che ho cominciato a raccogliere appunti in occasione di questo evento (da cui il titolo). Adesso manca veramente poco.
Dopo aver bussato a qualche editore, avendo riscosso qualche sincero interesse che però non diventava mai una vera proposta (certe volte gli editori hanno delle opinioni che non condividono), sono stato in contatto con un editore più piccolo, al quale però tenevo. Ci eravamo capiti. Poi i tempi che prevedeva non si addicevano a un libro come questo, che parla di una storia che è appena entrata nella “fase due” – e perciò è il momento di raccontare la “fase uno”, ora e non dopo.
Così “Il primo terremoto di Internet” uscirà,
Continua a leggere ““Il primo terremoto”: la nuvola”

“Avvicinarsi alla complessità”. Intervista a Federica Sgaggio su buoni e cattivi

Del libro “Il paese dei buoni e dei cattivi” di Federica Sgaggio – giornalista, scrittrice, blogger di Verona – si è parlato in rete abbastanza da permettere di farsi un’idea del contenuto.
Il libro è bello e ve lo consiglio. Se vi capita di provare quel senso di asfissia davanti alle categorie binarie del bipolarismo nostrano, le pagine di Federica sono utili a farsi qualche idea su come quell’idea spaccata del mondo sia diventata per gran parte del pubblico il modo più ovvio e a portata di mano di percepire e descrivere la realtà; e su come ciò ha avuto conseguenze sulla nostra convivenza e su quel delicato e prezioso strumento di manutenzione della democrazia che è il giornalismo.
Non ripeto cose già dette e piuttosto vi segnalo articoli utili ad approfondire: su Valigia Blu ne parla Matteo Pascoletti; su Scrittori Precari Jacopo Nacci; su Carmilla Roberto Sturm.
Io avevo qualche domanda da rivolgere a Federica Sgaggio e le ho chiesto di fare una chiacchierata: ne è venuto fuori quello che potete leggere qui di seguito… Continua a leggere ““Avvicinarsi alla complessità”. Intervista a Federica Sgaggio su buoni e cattivi”